Che Inter - Juventus non sia una partita normale, questo è la stessa storia, che negli ultimi anni ha visto tantissimi incroci "pericolosi" tra nerazzurri e bianconeri, a dirlo. Da calciopoli alle cessioni di Viera e Ibrahimovic fino ad arrivare al contesissimo scudetto del 2006, cavallo di battaglia di Agnelli e ulteriore pomo della discordia tra due tifoserie che negli ultimi anni hanno visto i loro rapporti inasprirsi ulteriormente.
Alla vigilia i due tecnici hanno parlato sottolineando secondo i diversi punti di vista l'importanza della gara. « Domani giocheremo una sfida importante, contro un avversario che ha fatto la storia del calcio italiano insieme alla Juve e al Milan - ha detto Conte - ma la gara varrà comunque tre punti. La tensione deve essere la solita e non deve cambiare mai, che si giochi contro l’Inter o contro l’ultima della classe. Guardando la storia recente - ha aggiunto il tecnico bianconero - è evidente che quella contro l’Inter fosse considerata la partita della vita, da giocare al massimo. La si affrontava con questo spirito e poi si arrivava settimi. Questo significa ragionare da provinciale, perché se poi non dai seguito al risultato, non servono le vittorie contro Inter o Milan. Questa partita deve servire a testarci conto una grande squadra favorita per lo scudetto». Simili nella sostanza anche le dichiarazioni di Claudio Ranieri che ha minimizzato l'importanza della sfida: « Contro la Juventus proverò sempre la solita cosa: sono tre punti, tre punti importanti, ma non provo nient'altro, non è che provo qualcosa di diverso per il fatto che è stata una mia squadra. È una grande squadra, l'affronteremo con la dovuta concentrazione, niente più. Andiamo ad affrontare una squadra con il vento in poppa, bella, pratica, essenziale, Conte sta facendo davvero un bel lavoro, magari è arrivata la sua ora. È il derby d'Italia, una bella partita tra due squadre che vogliono vincere, una che vuole diventare grande, fare di necessità virtù e che si può allenare tutta la settimana, l'altra che è grande ma è partita con l'handicap e sta cercando di ritornare in alto in classifica. Per cui una avrà lo stimolo di misurarsi per dire "allora è vero, ci crediamo", l'altra vuole vedere se tutto quello sta facendo può dare un sorriso perché ricomincia a correre. Ma non è la partita della vita».
1-2 | ||
Maicon 28' | Mirko Vucinic 12' Claudio Marchisio 33' |